Sono ormai quattro mesi che vivo a La Sierra e mi sento a casa, capace di muovermi in tranquillità per il barrio e le strade del centro, abituata ai visi dei vicini, dei bimbi del centro e delle montagne che circondano il quartiere.
Dicembre è alle porte e Medellin si trasforma: fuochi d’artificio, luci natalizie, musica a tutte le ore, bambini e bambine che giocano per strada godendosi le vacanze e la chiusura delle scuole. C’è aria di festa nell’aria e anche noi volontarie ci stiamo preparando per l’inizio del vacacional: dieci giorni dove noi e altri ragazzi e ragazze del Centro Giovanile ci divideremo per i quartieri della Comuna 8 per organizzare ore di giochi e attività per i bambini.
Sono molto curiosa di esplorare quartieri nuovi e conoscere realtà vicine con cui poter fare rete. A tal proposito, interessante è stato avere la possibilità di fare alcune attività educative in una biblioteca popolare nel quartiere El Faro che fa parte della Comuna 8.
El Faro è un quartiere popolare caratterizzato da una grande mobilitazione politica, piena di leader sociali (la maggior parte donne) e collettivi che hanno combattuto e combattono per la prevenzione e per lo sviluppo del quartiere. Tra le varie realtà c’è la Biblioteca Escuelita de la paz, uno spazio piccolino con un po’ di libri e giochi per quei bambini che il pomeriggio decidono di occuparlo. Le giornate passate al Faro sono state sempre molto piacevoli: le persone sono state molto accoglienti e la curiosità e la partecipazione dei bimbi è stata sempre alta. Poter conoscere e comparare altri quartieri popolari con la Sierra si è rivelato estremamente utile: mi sono resa conto di come i processi culturali avviati negli anni precedenti ne La Sierra hanno sicuramente cambiato molte cose e ho potuto constatare come Padre Giuseppe con l’apertura del Centro Giovanile abbia offerto molte alternative ai giovani del barrio.
Rimanere immersi nel proprio contesto spesso ci costringe a vederne solo gli ostacoli o le grandi difficoltà alle quali dobbiamo quotidianamente andare in contro. Poter uscire e operare altrove mi ha permesso di respirare e rivalutare il tutto da un’altra angolatura. Sicuramente ne La Sierra ci sono ancora molte difficoltà relative soprattutto alla violenza intrafamiliare, all’alfabetizzazione, alla povertà e al gruppo armato; è anche vero però, che molte sono le organizzazioni, fondazioni e cooperative che negli anni si sono avvicinate al barrio rendendolo un posto vivo e pieno di iniziative. Il segno dei volontari passati è rimasto ed è sulle loro orme che cerchiamo di camminare per lasciarne altre che possano apportare poco a poco altri cambiamenti e connessioni virtuose.
Noi volontarie stiamo vivendo i frutti delle azioni culturali e umanitarie degli anni passati e speriamo di poter contribuire altrettanto efficacemente ai processi culturali che attraverseranno questi quartieri.